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Work in progress

Maurizio Follin

Venuto al mondo la notte in cui alla RAI trasmettevano La Cantatrice Calva di Ionesco
. allattato con il costruttivismo di Malevich e l’astrattismo di Kandinsky,
. svezzato dall’informale di Vedova e l’action-painting di Pollock,
. fluttuando fra i versi di Ginsberg e gli accordi di Zappa,
non potevo che crescere uno spirito libero.

Libero di studiare figura e natura morta, per poi esprimermi con dripping e mouse.
Libero di non incontrare il favore del mercato, ma di stupire e appassionare gli amici.
Libero di usare drappi non intelaiati, che richiedono un certo coraggio a quei pochi che vogliono attaccarseli sopra il divano buono.
Libero di mixare pittura ed immagini digitali, progettando improbabili ambientazioni difficilmente realizzabili se non in formato virtuale.

Con il mio lavoro cerco di darmi la possibilità di trasmettere buone vibrazioni a quei pochi curiosi che, disposti ad uscire dai loro panni intellettuali, accettano di respirare una boccata di pura creatività.

Non appartengo a nessun “ismo”,
non ho la presunzione di creare qualcosa di nuovo e tanto meno di Originale . . . . .

però mi ci diverto.

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1992 Personale Q16

Galleria Q 16, Gazzera VE

...La pittura di Follin è infatti dialettica e legata all 'azione al divenire. Vi è in Lui un modo "naturalliter" cromatico di comporre, quasi fosse tela o il cartone un pianoforte da cui trarre immediate armonie, non solo suoni. La sua pittura con la gestualità diviene "evento", una scelta di un discorso nuovo ed originale. Sono le opere di Follin sedimentazioni liriche, giochi cromatici che hanno la forza del sogno che si vanno configurando o rapprendendo pittoricamente, sul bianco della tela che è il luogo delle possibilità mallarmeano. In Follin il desiderio di comunicare non condiziona l'opera ma anzi dà ulteriore stimolo alla creatività.
Mario Stefani